Recensore Notturno
"Antrum": il falso mockumentary maledetto
Aggiornamento: 25 mar 2021
Questa è la recensione di "Antrum - il film maledetto".
Io al momento sono ancora vivo, forse per poco. Scrivere questo articolo potrebbe essere l'ultima cosa che farò, viste le conseguenze nefaste premesse, e promesse, dal documentario introduttivo di circa 10 minuti.
La maledizione di Antrum
Ovviamente si scherza. Anche se effettivamente, se vivessimo negli anni '80 e senza Google, il film potrebbe passare benissimo come film maledetto.
Il falso documentario inziale non sembra affatto finto. Se si vedesse su Prime Video la locandina e, attratti da essa, si iniziasse la visione, le parole degli intervistati, le foto delle "vittime" del film, degli incendi, porterebbero a credere in chiunque lo guardi che sia tutto vero.
Probabilmente c'è qualcuno tra di voi che non crede sia finto o qualcuno che sta leggendo la recensione solo per avere la conferma che lo sia o meno.

Anni '70 o 2018
Il film ovviamente è di pochi anni fa, del 2018 esattamente.
La fotografia però, come i costumi degli attori, l'atmosfera, tutto, renderebbe plausibile e credibile che sia stato girato 40 o 50 anni fa. Anche le location, la scenografia, tutto lo fa sembrare assolutamente un film anni '70. Così come l'interpretazione della protagonista Oralee (Nicole Tompkins) e del piccolo Nathan (Rowan Smyth)
Non c'è nulla da dire sotto questo aspetto. I due registi David Amito e Michael Laicini hanno fatto un grandissimo lavoro. Che si noti la quasi totale assenza di una produzione, che sia stato girato con una camera soltanto, che non fosse presente una troupe adeguata ad un set cinematografico, non è un problema.
Forse proprio questa condizione, questa sensazione di amatorialità, rende credibile la storia costruita dietro alla pellicola. Se fosse stato girato ad Hollywood con milioni di dollari ed una super troupe probabilmente sarebbe stato un flop pazzesco e accusato, come minimo, di banalità. Forse anche inserito nell'elenco dei peggiori film di sempre. Invece, giustamente, è stato accolto molto positivamente dalla critica.
Viaggio verso l'inferno
Antrum non è un semplice film, è un viaggio sensoriale. È suddiviso in gironi, come l'inferno verso il quale scavano, i due protagonisti. Più si va in basso più le immagini ed i suoni diventano disturbanti. Vengono inseriti fotogrammi di demoni, simboli oscuri, di persone in condizioni non del tutto naturali. Insomma è come ci si aspetta sia un film maledetto.
Sulla trama, nonostante sia ben costruita, non ci si sofferma più di tanto. Ciò che arriva allo spettatore è una sensazione di disagio, fisico e mentale. Ma come per il principio della "rana bollita", tutto accade lentamente, gradualmente, inconsciamente. Tutto questo porta ad arrivare alla fine del film, fino alla fine (non finisce con la scritta "The End", andate avanti) senza essere veramente consapevoli di ciò che, in un certo senso, si sta subendo.
Solo dopo la visione, una volta spenta la TV, ci si rende conto di ciò che si è vissuto e ciò che la visione di Antrum ci ha lasciato.

In conclusione "Antrum" è un progetto ben riuscito. È sempre interessante vedere come nel mondo ci sia ancora chi fa cinema per passione, mettendo se stesso, anima e corpo, in quello che fa. In questo caso, soprattutto anima.
VOTO 6,5/10