Recensore Notturno
"Birds of Prey": la mancata emancipazione del DCEU
È disponibile su Netflix l'ultimo lungometraggio della DC "Birds of Prey e la fantasmagorica emancipazione di Harley Quinn". Il film è diretto dalla regista Cathy Yan ed interpretato, ovviamente, da Margot Robbie e Ewan McGregor.
Quattro anni dopo
Il personaggio di Harley Quinn torna sul grande schermo dopo lo sfortunato "Suicide Squad" del 2016. Ad interpretarla una perfetta Margot Robbie. Quattro anni dopo la sconfitta dell'Incantatrice e sei anni dopo il precedente film, Harley non perde il suo carisma.
Diventata single Harleen Quinzel deve capire chi è veramente, deve affermare la sua personalità, visualizzare lo scopo della sua vita.
Ad aiutarla a raggiungere la sua emancipazione ci saranno una ragazzina, una poliziotta che sembra uscita direttamente dalle serie anni '80 e...Black Canary. Durante la sua nuova avventura Harley si ritroverà ad aiutare criminali, a salvare la piccola Cassandra Cain, ad allearsi con la sopra citata sbirra e con Canary. Insomma, la folle psichiatra nel corso del film non sceglie mai da che parte stare, se non dalla sua.
Harley Quinn meritava di meglio
Il film scorre senza troppe pretese, abbastanza banalmente. Non accade nulla di sorprendente, niente di inaspettato, niente che non sia prevedibile. Vale la pena vederlo solo per Margot Robbie, alla quale il personaggio di Quinn calza perfettamente.
Ma il problema non è solo questo. I personaggi sono privi di carisma, piatti. A cominciare da Maschera Nera e la sua inutilità, Zsasz che del personaggio dei fumetti ha solo il nome, la ridicolezza di Montoya e "Cacciatrice", buttata nel film giusto per completare la squadra di vigilanti tutta al femminile.
A peggiorare la versione italiana c'è un doppiaggio penoso, al limite del fastidioso, soprattutto quello di Anna Cesareni che presta la voce all'investigatrice Renee Montoya. Tanto fastidiosa da costringere a guardare la versione originale. Cosa che raccomando vivamente, non solo per questo motivo.

Il film della DC fa domandare dove vadano a parare i piani futuri di questo sfortunato universo espanso. L'impressione è che dopo "Batman v Superman: Dawn of Justice" e l'addio di Ben Affleck si siano impantanati. La Warner Bros. ha scelto di non sciegliere. Non ha il coraggio di creare un universo in stile Marvel, nè di dichiarare apertamente che questi standalone siano vagamente collegabili tra loro.
Non si sa come guardare certi film, non si ha una visione completa dell'intreccio delle storie di questi supereroi e supercriminali. Tutto ciò a discapito di un franchising dal potenziale davvero illimitato.
Resto in attesa di un ennesimo reboot di Batman (verso la quale non ho nessuna aspettativa).
VOTO 5,5/10