Recensore Notturno
"Black Summer": la seconda stagione della serie horror targata Netflix
È uscita la seconda stagione della serie TV "Black Summer". La serie targata Netflix è la prima creazione seria della casa di produzione "The Asylum". Nata come uno spin-off della serie parodistica "Z Nation", la serie prende una strada tutta sua. Personaggi, ambientazione, ritmo, contesto si distaccano totalmente dalla serie principale.
Dove li avevamo lasciati?
Uno dei problemi di Netflix è che le stagioni delle serie escono davvero con troppo tempo di distanza, se non vengono addirittura cancellate. In questo caso, più di 2 anni dopo, non ci si ricorda proprio tutto, se non qualche faccia e un finale tiepido della stagione d'esordio.
Quello che ci resta da fare è premere riproduci ed iniziare a guardare. Rose, la protagonista alla ricerca della sua famiglia, si riunisce con la figlia ritrovata. Non si sa quanto tempo dopo sia ambientata la stagione numero 2, resta il fatto che Rose è cambiata totalmente. È una donna più dura, spietata, un carattere quasi da antagonista. È una madre disposta a qualsiasi cosa per proteggere sua figlia. Tutti e tutto il resto è sacrificabile. Giustamente.

Altro problema. Il racconto è composto da mini capitoli che vanno dai 30 secondi ai 15 minuti. Procedono tutti più o meno parallelamente per incrociarsi poi l'uno con l'altro. Questo è positivo da una parte in quanto si ha una visione completa della vicissitudini di tutti i personaggi, ma al tempo stesso si vorrebbe più continuità, che ci si concentrasse di più, anche se su meno personaggi. Soprattutto perché spesso non si fa in tempo ad affezionarsi ad uno di loro che o muore quasi subito o sparisce per questioni di trama. Molti della prima stagione.
Personalmente mi sarebbe piaciuto sapere come Rose sia diventata così, come sia arrivata a diventare un cecchino semi infallibile, come sia sopravvissuta (da sola?) fino alla prima puntata della seconda stagione.
Oltre ai difetti, qualche pregio.
Nonostante tutto il racconto fila liscio. I dialoghi sono ridotti al minimo. Rose e la figlia addirittura comunicano con un linguaggio loro ed un codice tramite carte francesi. Le poche battute sono utili e ben studiate. Per raccontare ci si affida molto alla regia ed alla recitazione. Basta uno sguardo o un urlo muto di Anna, una ripresa fissa di una cena in silenzio, uno sguardo sconvolto di Rose o un suono sospetto per comunicare allo spettatore situazioni ed emozioni.
La tensione, soprattutto in alcune occasioni, è protagonista. I colpi di scena ci sono, ma spesso non così eclatanti da lasciare a bocca aperta o da deviare il racconto in direzioni così diverse da quanto ci si aspetta. Ogni personaggio ha il suo personale obiettivo. Che sia una pista d'atterraggio, una crema per la pelle o la protezione di un caro.

La musica invece quasi non si sente, rispetto a come siamo abituati, se non manca del tutto. Questo è un peccato perché una bella colonna sonora avrebbe potuto arricchire certe situazioni e marcare e caratterizzare i personaggi. Inoltre, ci sono lunghi silenzi e momenti morti, per lo più ingiustificati, che spesso annoiano e fanno distrarre lo spettatore.
Stagione 3?
La prima e la seconda stagione sono molto diverse, sembrano quasi due serie totalmente differenti. La seconda si può guardare anche senza aver visto la prima. La terza non si sa ancora. Ma Netflix ha i suoi tempi. Il finale è un cliffhanger ovviamente. Ambiguo a livelli incredibili. Se verrà cancellata Netflix si rivelerà la fabbrica di mer...di prodotti scadenti che ormai è diventata. Se si farà, beh...è meglio che risollevino una serie TV che poteva essere davvero promettente e con un potenziale davvero incredibile.
VOTO 5,5/10