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"Blonde": il ridicolo finto biopic su Marilyn Monroe

"Blonde". Il film originale Netflix con la splendida Ana de Armas ("Knock Knock", "Knives Out - Cena con delitto", "Blade Runner 2049"), diretta dal tremendo Andrew Dominik e prodotto da un inspiegabile Brad Pitt.



"Blonde" non è un fottuto biopic


Oggi basta che il personaggio somigli all'attrice che la interpreta per definire il film biografico. In questo caso più che mai non è così. Il regista, se in questo modo si vuole definire Andrew Dominik, svilisce Norma Jeane (vero nome di Marilyn) ad un cartonato di se stessa.


Lo sappiamo tutti che nonostante fosse una delle donne più amate del cinema durante gli anni '50 (e non solo), Norma fosse una donna incredibilmente triste e sola, soffocata dalle luci della ribalta e da un personaggio che era costretta ad interpretare dentro e fuori dal set: Marilyn Monroe.


Il film non fa altro che prendere le dicerie più gettonate riguardanti la figura e la vita della povera "bionda", di cui molte false ed altre romanzate all'inverosimile, e metterle sullo schermo. Il problema però non è questo. Il problema è come lo fa. Dominik stereotipa la diva rendendola una decerebrata che dimostra di avere l'età di una bambina di 5 anni. Schiavizzata ed umiliata dagli uomini, dai suoi 3 mariti, da presidenti, attori ed atleti.


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(Photo: Netflix)

Ma su questo forse ci si sarebbe potuti passare. Ad essere imperdonabile è il fare il figo cinematografico intellettuale cercando di dare un senso all'alternanza di bianco e nero, all'alternanza di 4:3 e 16:9, ad effetti visivi senza significato e di un trash allucinante che, per citare un saggio, <<il mio regista con 30 mila lire la fa meglio>>. Tragicomico il feto in CGI che funge da grillo parlante.


Ciliegina sulla torta la durata di 2 ore e 47 minuti dove la metà sono inquadrature fisse sul nulla di una durata anche di svariati minuti. Le scene sembrano spesso non collegate tra loro, riprese fatte a caso e montate a caso con l'unica cosa a legarle la mera sequenza temporale degli eventi.


Neppure il doppiaggio


Una volta l'Italia aveva un vanto: i doppiatori. In questo film anche questo è orripilante. Inspiegabile più che altro perché solo il doppiaggio della protagonista sia davvero intollerabile e a tratti sgradevole.


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(Photo: Netflix)

Sottolineiamo il fatto che anche in lingua originale è abbastanza risibile. Ana de Armas è stupenda come donna e come attrice, il trucco è forse la cosa meglio riuscita (diciamo l'unica) del film. Lei è identica a Marilyn, forse anche più bella. La cosa che distrugge il personaggio in lingua originale è il fatto che la de Armas abbia, giustamente, una cadenza sud americana che, per quanto lei sia impeccabile, la resa sullo schermo ne risente non poco.


Netflix una conferma


Netflix conferma di fare effettivamente schifo. Con la notizia che non sarà nemmeno più condivisibile l'abbonamento dal 2023 mi chiedo se ne valga davvero pagare per vedere i suoi contenuti visto che è la piattaforma più cara, con meno offerta e dal momento che tutti i suoi film e le sue serie sono fruibili in modi...alternativi....


VOTO 4/10 (solo per Ana)

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