Recensore Notturno
"Blood Red Sky": una classica storia thriller horror
Aggiornamento: 31 ago 2021
Non serve chiamare un film "A Classic Horror Story" per girare una classica storia horror. "Blood Red Sky", film tedesco originale Netflix, è il classico esempio di come si possa citare, prendendo spunto da classici del cinema, senza cadere nel banale.
Il regista di Dortmund, Peter Thorwarth, ha le idee ben chiare. Sia in fase di scrittura che sul set, mostra di sapere cosa vuole e come ottenerlo. Prende l'ambientazione claustrofobica da film come "Train To Busan" di Yeon Sang-ho, l'aspetto della vampira protagonista dal classico Conte Orlok ("Nosferatu", 1922), una trama che potrebbe benissimo essere il prequel del pilot della serie "The Strain" e le classiche dinamiche di qualsiasi film su dirottamenti aerei come "7500", il recente film Amazon Exclusive.
Citare. Nel modo giusto.
Thorwarth sa come citare senza copiare. Nonostante gli spunti presi da altri film siano tanti, non vengono copiati ed incollati a caso. La citazione più evidente è il look della mamma Nadja (Peri Baumeister) in versione vampiro assetato di sangue. I lineamenti quasi assenti, le orecchie appuntite e soprattutto l'assenza di capelli, ciglia e sopracciglia sono ovviamente riferimenti al film del 1922, sempre tedesco, Nosferatu. Il film degli anni '20 diede le basi per il personaggio cinematografico di Dracula e Thorwarth, giustamente, gli rende omaggio.

Lo stesso vale per la trovata, sempre più frequente in produzioni low budget, di ambientare una storia thriller-horror in luoghi stretti, claustrofobici. In questo caso i corridoi di un aereo, in Train To Busan su un treno. In quel caso pieno di zombi, qui con 7 terroristi ed un vampiro.
La storia ed i personaggi
Ovviamente la storia non è dell più originali, ma è ben costruita. E una storia ben costruita è sempre cosa rara e apprezzata. La malattia della donna, che inizialmente si può pensare sia affetta "semplicemente" da una malattia rara, viene svelata e approfondita con il giusto tempo nella prima parte del film. Tra flashback ambientati circa 10 anni prima e indizi nel presente, la vera natura e le cause della condizione di Nadja verranno allo scoperto.
Da quel momento il film cambia faccia, proprio come la giovane madre. La sua trasformazione in vampiro coincide con il cambio di rotta del film (e quella dell'aereo) da un thriller a sfondo terroristico ad un horror in salsa vampiresca. Tutto ciò è condito con discrete interpretazioni, in particolare del piccolo Elias (Carl Anton Koch), figlio intelligente e precoce della protagonista.
Tutta la seconda parte del film alza improvvisamente il ritmo. Tra i passeggeri terrorizzati prima dai terroristi islamici poi da Nadja, classici momenti pieni di suspense e divertenti scene d'azione. Si sta con il fiato sospeso fino alla fine del film, con il dubbio di come possa chiudersi una storia come Blood Red Sky. Finirà bene con terroristi morti e aereo salvo? O si schianterà lasciando pochi superstiti? Nadja tornerà umana o è destinata a vivere da vampira? Il virus si spargerà tra i passeggeri o morirà insieme a loro?

Questo lo scoprirete negli ultimi 2 minuti del film. Minuti ai quali arriverete senza accorgervene grazie alla fluidità del racconto e alla vostra attenzione presa da un susseguirsi di avvenimenti che non possono fare altro che intrattenere lo spettatore.
Conclusioni
Anche in questo caso Netflix ci prende in pieno. I tedeschi dimostrano di saper fare, la piattaforma streaming dimostra di aver fiuto, anche se troppo poco spesso, per progetti con un ottimo potenziale.
VOTO 6,5/10