Recensore Notturno
"E Johnny prese il fucile": l'eutanasia e il diritto di morire
Nel 1971 uscì "Johnny Got His Gun" (titolo originale), diretto da Donald Trumbo e tratto dal suo romanzo omonimo.
Trumbo è stato uno degli sceneggiatori più grandi di sempre. Può vantare di aver scritto film storici come "Vacanze Romane", "Spartacus" e "Papillon".
Probabilmente il titolo a molti non dirà nulla, ma forse ricorderete il video di "One" dei Metallica. Beh quelle immagini sono prese proprio dal capolavoro di Donald Trumbo.
SEGUONO SPOILER
Donald, all'età di 66 anni, dopo una carriera da sceneggiatore, decide di esordire alla regia con questo film. La pellicola tratta di Joe, interpretato da un esordiente Timothy Bottoms, che prende il suo fucile e va in guerra. Si ritroverà in Francia, a combattere la prima guerra mondiale.
L'ultimo giorno di servizio Joe rimane vittima di una granata, perderà braccia, gambe e l'uso della parola.
Il diritto di morire
Ridotto ad ormai un tronco umano, ma con emozioni, sensazioni, che purtroppo non potrà esternare vista la sua condizione.
Donald Trumbo ci catapulta per 111 minuti nella mente del povero Johnny, tra i suoi pensieri, le sue visioni, i suoi sogni, il suo desiderio più grande: morire.
Lo sfortunato protagonista farà di tutto per comunicare la sua voglia di morire e ci riuscirà in un solo modo, ovvero, comunicando un SOS tramite alfabeto morse, muovendo la testa.
L'unica a recepire il messaggio sarà un'infermiera che, impietosita dopo aver capito il volere del paziente, proverà a porre fine al suo dolore. Sì, dolore, perchè Johnny non stava vivendo. Quella non è vita.
Purtroppo verrà colta in fragrante e il povero Johnny verrà condannato ad una non vita, a mandare un SOS per anni, fino alla sua morte naturale.

La critica
Il film venne premiato con un Grand Prix Speciale della Giuria al 24° Festival di Cannes. Ottenne anche pareri positivi dalla critica. Chi colse in pieno il messaggio fu Roger Elbert, critico cinematografico statunitense del Chicago Sun-Times che capì che il film di Trumbo non era un banale film contro la guerra, ma un profondo messaggio pro-vita. Pro vita che non vuol dire vivere ad ogni costo, ma decidere come vivere, distinguere il vivere e l'essere vivi. Johnny non viveva, era vivo, ma non viveva.
Chi non capì nulla del film fu il critico italiano Morando Morandini, al quale arrivò solo un messaggio contro la guerra pieno di stereotipi e simbolismi. Questo a dimostrazione del fatto che l'eutanasia non fa parte proprio del dna dell'Italia e degli italiani.
Il fatto che la Consulta abbia definito solo la richiesta di un referendum "inammissibile" fa capire quanto faccia schifo questo paese di ipocriti, bigotti, cristiani, retrogradi.
Io mi vergogno di essere italiano, di vivere in Italia, di avere la cittadinanza italiana. Viviamo in un paese di merda, che non cambierà mai.
VOTO 10/10