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"Joker": l'anima fragile di un supercriminale

Aggiornamento: 25 mar 2021

In questo articolo voglio analizzare il personaggio di Arthur Fleck, la sua personalità, la sua vita e la sua trasformazione in Joker, "il giullare del genocidio".


Il Joker di Phoenix è unico ed incredibile, probabilmente il più fedele al fumetto in un certo senso. Nonostante sappiamo diventerà il criminale per eccellenza, uno spietato assassino, un genio del male, vederlo fragile, innocente, vittima, crea un'empatia enorme verso di lui. Durante la visione della pellicola si è tristi con lui, più di lui forse. Non si può non volergli bene, non amarlo come un fratello.


Il Joker di Jack Nicholson nel film "Batman" di Tim Burton del 1989 recita una frase che lo descrive alla perfezione:


<<Io rido soltanto esteriormente. Il mio sorriso è solo a fior di pelle. Se tu potessi vedermi dentro, io sto piangendo.>>

SEGUONO SPOILER


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(Photo: Warner Bros. Pictures)

Arthur vive con la madre anziana in un sudicio appartamento nei bassifondi di Gotham City. Sogna di diventare un grande comico come il suo idolo Murray Franklin (Robert De Niro), ma non essendo all'altezza delle sue ambizioni è costretto a fare il clown di strada. Soffre di un disturbo neurologico che gli provoca risate incontrollate, solitamente in seguito a momenti di tensione o imbarazzo.

Arthur è un uomo profondamente triste e solo. La sua stessa risata compulsiva provoca tristezza nel cuore di chi la ascolta. Una tristezza che traspare nei suoi occhi, soprattutto in quei momenti. Non riesce ad essere felice. L'immagine di lui truccato da clown all'inizio del film davanti allo specchio, che forza un sorriso con le dita, mentre una lacrima scorre dal suo occhio destro, è emblematica.


La trama


La vita per Arthur inizia a peggiorare drasticamente quando i fondi ai servizi sociali vengono tagliati, motivo per cui non avrà più il supporto psicologico né accesso ai 7 farmaci di cui ha bisogno.

Come se non bastasse perde il lavoro a causa di un suo collega che lo mette nei guai, regalandogli prima una pistola, a scopo di difesa dai pestaggi che subisce dai bulli che lo prendono continuamente di mira, e poi facendo la spia al suo capo.


La sera, tornando a casa più triste e solo del solito, si imbatte in tre uomini in giacca e cravatta, mentre importunano una ragazza. In quel momento la sua risata prende il sopravvento attirando l'attenzione dei tre che, pensando fosse rivolta a loro, iniziano a picchiarlo violentemente. Questa volta però, per la prima volta nella sua vita, Arthur si ribella, tira fuori la pistola causa del suo licenziamento e spara ai tre uccidendoli.


Il giorno dopo, la notizia di un clown assassino che uccide tre uomini d'affari è su tutti i notiziari. Scoppia un vero e proprio caso mediatico dal quale inizia a prendere vita una ribellione da parte dei cittadini più poveri e disagiati, che si identificano nel clown assassino. La loro rabbia viene alimentata dalle parole del candidato sindaco Thomas Wayne, per il quale le tre vittime lavoravano, che li definisce "clown invidiosi dei cittadini più ricchi".


Penny, la madre di Arthur, per suo disappunto, appoggia Wayne. Lavorava per lui da giovane e lo ammira profondamente. Gli scrive lettere su lettere chiedendo il suo aiuto, senza mai però ricevere risposta. Nel frattempo le rivolte in strada diventano sempre più animate e le persone iniziano ad indossare maschere da clown in segno di protesta. Questa situazione dà ad Arthur la fiducia ed il coraggio necessario per debuttare in un locale come cabarettista.


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(Photo: Warner Bros. Pictures)

Poco tempo dopo la sua esibizione si imbatte in una delle lettere della madre, indirizzata a Wayne, grazie alla quale scopre di essere suo figlio. La sera dopo quindi decide di infiltrarsi ad un evento di beneficienza per parlare con il presunto padre, il quale gli rileva di non esserlo affatto, che è stato adottato da sua madre, malata di mente, per spacciarlo per suo.


Dopo questa scioccante notizia Arthur torna a casa, dove scopre che la madre è stata ricoverata in seguito ad un ictus avuto mentre veniva interrogata da due poliziotti che indagavano su di lui. Giunto in ospedale si imbatte nello show di Murray Franklin che manda in onda un filmato del suo debutto da comico e lo deride per la sua mancanza di talento. Questo farà nascere del rancore nei confronti del suo idolo.

La mattina seguente si reca all'ospedale psichiatrico di Gotham, dove Penny era ricoverata. Qui, rubando la sua documentazione, scopre che Wayne diceva il vero. Inoltre apprende che la causa della sua risata compulsiva ed incontrollata non è un disturbo mentale, ma la conseguenza di un trauma cerebrale scaturito in seguito ai maltrattamenti del compagno di sua madre.


Scoperta la verità va a trovare Penny per riferirle di aver scoperto la verità su di lei. Su di lui. Qui, prima di soffocarla con un cuscino, reciterà una delle frasi più importanti del film:


<<Sai cos'è buffo, cosa mi fa veramente ridere? Ho sempre pensato che la mia vita fosse una tragedia, ma adesso mi rendo conto che è una cazzo di commedia.>>

Il giorno dopo riceve una telefonata dalla segretaria di Murray che lo invita al suo show. Colto di sorpresa accetta. Emozionato inizia a simulare la sua entrata in studio e la sua intervista nel salone di casa sua, durante una delle quali tira fuori la sua pistola (scarica) e si spara alla testa. In quel momento Arthur Fleck muore. Metaforicamente.


La metamorfosi


La mattina seguente si sveglia "Joker". Per la prima volta nella sua vita è allegro, a modo suo. Si tinge i capelli di verde, tipici del personaggio e indossa il classico iconico vestito vivace e colorato. Una volta truccatosi esce di casa, sorridente, ed una delle scene più importanti del film ha inizio.


La scalinata che fino a quel giorno aveva percorso triste, in salita, lentamente, passo dopo passo, ora la stava percorrendo ballando, saltando i gradini a ritmo di musica, sereno, felice, sorridente. La sua danza viene però interrotta bruscamente dai due poliziotti che erano sulle sue tracce. Così, dopo una corsa rocambolesca, Joker riesce a seminarli fra i passeggeri della metro, con indosso maschere da clown, diretti in città per dar vita ad una vera e propria rivolta.



Arrivato sano e salvo negli studi di Murray Joker entra in scena, ma viene nuovamente deriso da lui e dagli spettatori. Deluso, fa una cosa inaspettata: confessa di essere lui l'assassino dei tre, di essere lui la causa della rivolta e della violenza per le strade.

Nasce così un'animata discussione tra lui e Franlkin, al termine della quale Joker prende la sua pistola e lo uccide sparandogli in fronte. In diretta nazionale.


Viene quindi arrestato, ma durante il tragitto verso la prigione viene salvato da alcuni rivoltosi che, alla guida di un'ambulanza, mandano fuori strada la volante della polizia provocando un grave incidente. I poliziotti muoiono sul colpo, ma i ribelli riescono ad estrarre dall'auto Joker che, ripresi i sensi, si ritrova circondato da una folla di rivoltosi che lo ammirano ed idolatrano.

Qui Joker prende vita definitivamente, mentre in un vicolo buio il piccolo Bruce Wayne rimane orfano.


Ma quando Arthur diventa Joker?


In realtà ci si dovrebbe chiedere "quando Joker scopre di non essere Arthur?", perché lui in fondo è sempre stato Joker. Ha indossato la maschera di Arthur Fleck tutta la vita e quando finalmente scopre chi sia veramente, che la sua risata è colpa di violenze subite e non di un disturbo, che gli è stato fatto credere da chi aveva intorno di essere chi in realtà non era, quella maschera cade per lasciare spazio alla sua vera identità. Diventa libero, senza freni ed inibizioni, di essere Joker.


Tutto ciò che all'inizio del film sembrava essere negativo, come i tagli di fondi ai servizi sociali e la perdita del lavoro, si rivela esdsere il primo passo verso la scoperta di sé stesso. Quegli avvenimenti apparentemente nefasti diventano dei veri colpi di fortuna. Lo liberano dalle medicine che non gli servivano, da un'assistente sociale che non lo ascoltava e da un lavoro che lo deprimeva.


Anche il pestaggio in metro si rivela un momento chiave, un evento che risveglia l'anima del Joker, repressa troppo a lungo, facendogli commettere il suo primo crimine. Probabilmente la prima cattiva azione di Arthur. La scena del ballo in bagno, subito dopo gli omicidi, rappresenta lo scrollarsi il peso del mondo dalle spalle, l'essersi liberato di qualcosa che fino a quel momento lo aveva oppresso. Un fardello, una condizione, un sentimento che lo stava logorando giorno dopo giorno dal momento in cui è venuto al mondo.


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(Photo: Warner Bros. Pictures)

Lui fondamentalmente nasce buono. La sua cattiveria e la sua trasformazione in uno dei più grandi villain di sempre è il riflesso di come è stato trattato per tutta la vita da colleghi, familiari, sconosciuti, dalla società. Arthur era un'anima pura. La sua fragilità e tenerezza traspaiono più volte durante il film ed è impossibile non venirne colpiti.


Quando gioca in autobus con quel bambino e la madre lo accusa di infastidirlo, quando piange per le scale dell'ospedale dopo aver letto la scheda della madre, persino quando uccide Randall risparmiando Gary non si riesce a vederlo come un criminale, come un cattivo. Anche quando uccide Murray, mentre ha gli occhi lucidi e il groppo in gola si continua a provare tenerezza verso di lui.


Non si può non giustificarlo.


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(Photo: Warner Bros. Pictures)

Le critiche


Il film per questo è stato duramente criticato. Per aver rappresentato come buono un criminale. La sua forza, il riuscire a far benvolere un criminale, empatizzare con lui, il far avere una fitta al cuore ogni volta che Arthur prova dolore, fisico e morale, gli si sono ritorti contro.


Questo in fondo è ciò che fanno i "critici", i media, i perbenisti e chi di cinema non capisce poi così tanto. Sono le stesse persone che fanno petizioni per eliminare il ratto alla fine di "The Departed" e gli stessi che accusano GTA di incitazione alla violenza.


Le uniche critiche che io mi sento di fare, anche se davvero inutili e superflue, sono due. La prima riguarda la versione italiana. Il quaderno dove Arthur appunta le sue battute è stato tradotto. Male. Una delle più forti perde completamente senso. L'humor nero e sarcastico di Arthur diventa solo un pensiero triste deprimente.


La frase incriminata è stata tradotta <<spero solo che la mia morte abbia più senso della mia vita>>. In inglese c'è un forte gioco di parole, per suono e significato, che è andato completamente perso.


<<I just hope my death makes more cents than my life>>

La seconda critica riguarda un flashback sulle visioni di Arthur completamente inutile, in quanto si sarebbe capito benissimo anche solo dallo sguardo di Phoenix.


In ogni caso il film è stato un successo e si è aggiudicato (solamente) l'Oscar per miglior attore e migliore colonna sonora. Il fatto che sia scollegato dal DCEU, dall'universo del Batman di Affleck, di Wonder Woman, Aquaman e Justice League da una parte è un peccato. D'altra parte è una fortuna visto che, molto probabilmente, questo ha dato la libertà a Todd Phillips e Joaquin Phoenix di riscrivere il personaggio in un mondo, e modo, più realistico, profondo e senza dover niente a nessuno.


VOTO 8,5/10

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