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"Le Strade del Male": quando un dettaglio rovina un film

Su Netflix è disponibile il thriller "The Devil All The Time" (titolo originale). Tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore Donald Ray Pollock e diretto dal regista italo-brasiliano Antonio Campos, il film vanta un cast stellare: Tom Holland, Bill Skarsgård, Jason Clarke, Sebastian Stan, Haley Bennett, Robert Pattinson e Mia Wasikowska.



I pregi


Il film è impeccabile. Dalla regia alla sceneggiatura, dalle musiche alla fotografia, è un film bello nel senso più letterale della parola. "Le Strade del Male" ruota attorno a più periodi temporali, e più archi narrativi, che si intrecciano tra loro. Il tema alla base del film è la religione. Ogni storia racconta di persone "estremamente" devote. Estremamente perché tutte le loro gesta, positive e negative, vengono guidate dalla loro fede esageratamente cieca. Che si tratti di un tentativo di miracolo, di serial killer o storie d'amore.


L'unico restio a pregare, alla devozione, a Cristo e famiglia, è Arvin Russell (Tom Holland). Arvin è il vero protagonista, il personaggio con il quale si crea più empatia. Sfortunato orfanello da bambino e sfortunato giustiziere da ragazzo. La sua interpretazione e quella del padre Willard (Bill Skarsgård) sono le più apprezzabili, le prime nelle quali ci si imbatte, quelle smuovono di più l'animo degli spettatori.


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(Photo: Netflix)

I difetti


In realtà il difetto, enorme, è solo uno. Il peggiore dei difetti. Quale? Una fastidiosissima, costante, inutile, fastidiosissima (l'ho già scritto?), spoilerante voce narrante che distrugge praticamente tutto il film.

Io, voi, lo spettatore, chiunque, non ha bisogno di una voce che descriva ciò che vedo sullo schermo. Dire che Willard è stato in guerra e farmi vedere la guerra non serve. Dire che Willard ha piantato una croce dove pregare mentre lo vedo pregare sotto la suddetta croce non serve. Distrae, copre la musica in sottofondo, toglie il gusto di pensare a ciò che si vede e gustarsi l'estetica del film a pieno.


Ma la voce narrante non si limita a descrivere ciò che si vede, no. Fa molto di più. Dice chi morirà e come, dice chi si sposerà e con chi, dice chi diventerà un serial killer, spiega cose ovvie che posso benissimo essere capite senza che vengano narrate. Addirittura sul finale dice come deve essere interpretato. Questo è un peccato perché sarebbe stato davvero un bellissimo film.


Shhh!


La sensazione è quella di avere accanto una persona che ha letto il libro e se ne vanta, parlando tutto il tempo. Questo è un errore che fanno tutti i neo registi (guarda Dee Rees) quando adattano un romanzo a film. Adattare un racconto scritto non vuol dire leggerlo sulle immagini. Se volessi questo mi comprerei un audiolibro.


VOTO 5,5/10

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