Recensore Notturno
"Seaspiracy": il documentario che denuncia la pesca commerciale
Aggiornamento: 19 apr 2021
Su Netflix è approdato "Seaspiracy", documentario denuncia che indaga su cosa si cela dietro la "pesca sostenibile". Come per "Cowspiracy" il documentario ha la stessa struttura. Un ragazzo indaga, viaggia per il mondo alla ricerca della verità, chiede (spesso non ottenendo) interviste ai magnati del settore, mostra dati terrificanti sui danni che l'uomo causa ogni anno, ogni giorno, ogni minuto.
Le critiche
Iniziamo subito da ciò che si legge in ogni articolo che riguarda Seaspiracy: le critiche. Il documentario è accusato di "terrorismo mediatico", di comunicare dati errati e di basarsi su teoria di 15 anni fa. Come se non bastasse è accusato anche di manipolare le frasi degli intervistati a favore della loro causa e di non inserire al suo interno nessuna voce che li smentisca.
Ed è la verità, ma quanto pesano i dati errati? Forse la fauna e flora marina non saranno estinte entro il 2048, magari 50 anni dopo. Questo sarebbe meno grave? Meno allarmante? Non credo. Non è esatto che della plastica in mare il 46% siano attrezzature e reti da pesca. Sarà il 40? Il 30? Non si sa, nemmeno chi dovrebbe saperlo lo sa. Resta il fatto che ogni animale spiaggiato ha questo tipo di rifiuti nello stomaco.
Da Taiji alla Francia, dall'Africa all'Islanda
I dati saranno più o meno corretti, ma ciò che viene mostrato è innegabile. Il fatto che ci sia un giro di schiavitù dietro il mercato e la caccia alle balene (e non solo) è provato. Il fatto che Taiji ed il resto del Giappone se ne sbatta altamente dei divieti, uccidendo delfini innocenti o vendendoli a parchi acquatici è realtà. Così come la fa pirateria nelle coste africane, come gli omicidi di chi si imbatte, prova a contrastare e a lottare per la causa.
Come chi semplicemente, per LAVORO, dovrebbe controllare che la pesca su queste baleniere sia davvero sostenibile, ma viene buttato in mare o ucciso con un colpo di pistola alla testa in pena notte, davanti ai propri figli, senza nessuna pietà. Come il fatto che il bollino di cui il consumatore si fida, quello che recita "pesca sostenibile", non è verificabile. Viene venduto alle aziende, alle quali si dà fiducia "sulla parola" sul fatto che i loro metodi siano sostenibili. Aziende che fanno credere che su tutti i pescherecci ci siano dei Capitan Findus buoni e simpatici.

Il fatto che nessuno abbia intenzione di tagliare i fondi pubblici, che si tenga nell'ombra la verità, che governo e mafie tessono i fili di questi crimini vergognosi, sono dati di fatto. Le leggi vengono aggirate o semplicemente ignorate, i diritti umani calpestati. Anche i tanto pubblicizzati allevamenti ittici nascondono verità imbarazzanti, rivelandosi più dannosi della pesca a strascico.
Veniamo manipolati ogni giorno, ci viene fatto credere che il problema siano le cannucce o la benzina (che sicuramente causano danni enormi), ci propinano auto elettriche ed energia rinnovabile, ma finanziano morte e distruzione, con i nostri soldi. Queste persone, questi giornali schifosi, hanno il coraggio di screditare un documentario di denuncia (cosa che dovrebbero fare loro essendo il loro "lavoro") quando sono i primi a distorcere la realtà, provando a farci credere che il povero Silvio Berlusconi venga ricoverato perché sta male, e non per evitare l'ennesimo processo. Per dirne una.
L'ignoranza dell'essere umano
Da ragazzino davo la colpa dei danni ambientali, e non solo, alla Cina. Da adolescente ho allargato il mio disprezzo al Giappone, poi all'Asia intera. Poi crescendo ho aperto gli occhi, capendo che non è colpa della Cina, degli asiatici, degli americani o degli africani. No. La colpa è dell'essere umano, di tutto il genere umano. Una specie controversa la nostra. Una specie che dà più valore ai soldi, un qualcosa di mero, insignificante, illusorio, quando dovrebbe dare valore a ciò che conta davvero.
Quando avremo distrutto tutto la Terra, anche il più ricco del pianeta morirà di fame. Quindi perché non cambiare il nostro modo di vivere? Perché non fare un passo "indietro", perché non iniziare ad essere lungimiranti. I magnati potrebbero comunque guadagnare miliardi investendo in campi davvero eco-sostenibili.

Si dice che noi, il popolo, decidiamo e condizioniamo il mercato. Allora perché non iniziare da qui? Iniziamo a mangiare meno carne, meno pesce, o meglio ad eliminarla. Continuare a consumarne e fregarsene è dannoso e stupido. Lo è ancora di più mettere al mondo un nuova generazione di esseri umani a cui, noncuranti, lasceremo un pianeta morente. Quindi se fate figli, diventate ecosostenibili, non per voi. Per loro.
Ma non solo chi procrea, tutti noi, chiediamoci cosa sia davvero, non giusto, ma intelligente fare. Davvero è così irrinunciabile il sapore della carne? Del pesce? Davvero preferiamo uccidere e mangiare cadaveri in via di decomposizione. E se siamo così egoisti da fregarcene degli animali, siamo disposti a rinunciarne almeno per gli esseri umani sfruttati, schiavizzati, seviziati ed uccisi, per portare un salmone colorato artificialmente nel nostro piatto?
Pensiamoci, proviamoci, se ci riusciremo ne gioveremo tutti: gli esseri umani, tutti gli esseri viventi, il pianeta intero.
VOTO 8/10