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"Squatter": il thriller francese ispirato ad una storia (non) vera

Aggiornamento: 25 mar 2021

Iniziamo con il dire da subito una cosa: il film non è ispirato ad una storia vera.


Il fatto di cronaca

L'unica cosa in comune che il film ha con il fatto di cronaca a cui si è ispirato il regista e sceneggiatore Olivier Abbou, è semplicemente la storia di due anziani coniugi, che prestano generosamente la loro dimora a degli amici in difficoltà economica, mentre loro sono in vacanza, ed al loro ritorno la trovano occupata. Ovvero ciò che accade sempre più frequentemente in ogni parte del mondo.


Tra l'altro la disputa legale nella realtà si è risolta in pochi mesi a favore dei legittimi proprietari. Secondo questa logica anche "Shining" potrebbe essere una storia vera. Chissà nel mondo quanti custodi sono impazziti massacrando la propria famiglia. Ogni storia può essere una storia vera e questa non lo è più di ogni altra di un qualsiasi altro film.


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(Photo: 22h2,2 APC, Umedia, Nexus Factory, Chaocorp Cinéma, Ciné@)

Passando oltre questa doverosa precisazione possiamo dire che "Squatter" è comunque un buon film. I francesi non si perdono mai in chiacchiere, non ci sono mai tempi morti e, come anche per "La terra e il sangue", ogni battuta, scena ed inquadratura ha il suo scopo. Anche la colonna sonora, composta principalmente da due semplicissimi temi, si adatta perfettamente al film, rafforzando e sottolineando lo stato d'animo dei protagonisti.


La trama ruota attorno ai coniugi Paul (Adama Niane) e Chloé (Stéphane Caillard) che, trovandosi senza casa, sono costretti a continuare a vivere nel loro camper in un campeggio gestito da un'ex fiamma di Chloé: Mickey (Paul Hamy).

Come se non bastasse il loro matrimonio è in crisi a causa di un tradimento di lei e dei complessi di mancanza di virilità di lui.


Il fine giustifica i mezzi?


La situazione inizia a degenerare quando Paul inizia a frequentare Mickey ed i suoi amici, particolarmente violenti, che lo spingono a tirare fuori l'uomo che è in lui, cercando di convincerlo che l'unico mezzo per riprendersi la sua casa e rimettere le cose a posto con sua moglie sia la violenza, soprattutto perché lo stato non lo tutela, schierandosi dalla parte degli abusivi.


Inizialmente Paul, essendo un uomo fragile, come definito da Chloé, e pacifico, è riluttante all'idea, ma l'inefficacia della legge e di chi dovrebbe farla rispettare, lo spingono a farsi condizionare dalle sue nuove amicizie. La situazione cambia quando assiste al pestaggio di un una giovane coppia dove, mentre lui viene aggredito violentemente inerme ed indifeso, lei viene costretta a guardare la scena immobilizzata e terrorizzata.


In seguito a questo evento Paul capisce la vera natura di Mickey ed i suoi amici e se ne va a piedi, ormai sull'orlo di una crisi di nervi, verso il suo camper, ormai parcheggiato da giorni all'interno del giardino di casa sua. Arrivato, si accorge che la sua casa è stata assaltata da Mickey e la sua banda che sta bruciando, distruggendo tutto ed aggredendo la coppia di abusivi, come nella più classica delle scene in pieno stile "Arancia Meccanica", allo scopo di sfrattarli ed occuparla a loro volta. Da qui inizia una sequenza cruda e violenta per riconquistare la propria abitazione.


Considerazioni finali


In conclusione possiamo affermare che "Furie" (titolo originale della pellicola) intrattiene e tiene sulle spine, facendoci immedesimare in Paul, facendoci entrare nella sua testa, portandoci a provare compassione per lui e la sua famiglia.


Non si capisce da che parte sia Abbou, se sia una critica sociale o meno, forze volutamente, ma resta il fatto che al posto del protagonista nessuno può dire cosa avrebbe fatto e se sia giusto e giustificato il suo comportamento, se sia da condannare o meno.


Il messaggio potrebbe essere che violenza genera violenza o che il karma sia più reale di quanto si pensi. In ogni caso voi, da che parte state e soprattutto come vi sareste comportati nei panni di Paul?


VOTO 6/10

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