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"Squid Game": l'ottima serie TV che non piace ai pessimi genitori

"Squid Game": il gioco del calamaro.


Il calamaro che per sfuggire ai predatori arretra, espellendo forti getti d'acqua. Arretra come la civiltà, come l'intelligenza del genere umano, come il senso del giudizio, come la cultura.


Sì perché tutto ciò che è scomodo, che non riusciamo a capire, a comprendere, ad accettare, tutto ciò che ci spaventa, deve essere allontanato, cancellato, fatto fuori, emarginato.



Questo succede in ogni campo. In politica esultando per l'affossamento del DDL Zan, legge che non fa male a nessuno, anzi.

Così come oggi tra Sì Vax e No Vax, No Green Pass e Sì Green Pass, ad esempio.

Tra le persone, portate ad emarginare, a bullizzare chi è diverso da noi, chi ha interessi diversi, o guarda il mondo semplicemente da una prospettiva diversa dalla nostra.


Questo succede anche nel cinema, in TV, nell'arte in generale. Arte che non dovrebbe essere MAI toccata o censurata. Nel caso di "Squid Game" a lamentarsi sono i genitori di oggi che, incapaci di badare ai propri bambini, chiedono che venga cancellato dal catalogo Netflix. Perché? Perché la loro disgraziata prole si è ritrovata a vedere la serie TV coreana, nonostante fosse vietata ai minori di 14 anni.


Ma parliamo della serie


Squid Game, in poche parole, parla di un uomo, disoccupato, divorziato, padre, ludopatico, che vive con la madre malata. Pieno di debiti, un giorno incontrerà un uomo misterioso che gli proporrà di fare un gioco molto semplice, se vince prende soldi, se perde uno schiaffo in faccia.


Da lì riceverà un invito ad un gioco/reality, al limite della legalità, che scoprirà essere mortale. Gli Squid Game sono una sorta di giochi senza frontiere dove i partecipanti affrontano i tipici giochi per bambini, ma chi perde muore. Per ogni persona morta si aggiunge 1 milione di Won al montepremi. Chi sopravvive vince.


Le critiche vengono dal fatto che molti bambini hanno emulato la serie, soprattutto negli USA. Ciò che non riesco a digerire non è il fatto che lo abbiano emulato, ma che i genitori non glielo abbiano impedito. Sì perché i bambini sono spugne. Tendono ad emulare i grandi, la tv, i loro idoli. Solitamente però emulano i genitori, i fratelli maggiori, zii, cugini, punti di riferimento.


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(Photo: Netflix)

Il problema nasce quando vengono abbandonati a se stessi e non gli viene spiegata la differenza tra realtà e finzione, tra giusto e sbagliato, che l'arte, i film, i videogiochi, sono solo la visione di un artista, puro intrattenimento.


Squid Game è un prodotto forte, che colpisce perché la disperazione di persone di ogni età, genere e classe sociale è tale da farli andare verso morte certa pur di risollevare la propria vita. È la visione di una "realtà" ( mi riferisco al gioco d'azzardo, la ludopatia, l'usura) che affligge persone di tutto il mondo senza distinzione. Ci si chiede quanti accetterebbero di partecipare se fosse reale (e chissà che non lo sia già).


Personalmente lo avrei vietato ai minori di 16. In ogni caso esiste il Parental Control, esiste una cosa che si chiama "essere genitori". Perché i figli non sono un collante per coppie in crisi, non sono una tappa della vita, non sono un egoistico dono d'amore, non sono giocattoli.


Genitori incapaci


Essere genitori non è facile, non si nasce genitori, ci si diventa. Ma sicuramente bisogna volerlo essere, provare ad esserlo. I figli non si lasciano abbandonati a sé stessi. Non si può dare la colpa ad una serie TV o qualsiasi cosa passi in televisione e simili. Le morti, l'emulazione di Squid Game, non è colpa di Squid Game, ma di genitori incapaci.


Fatevi un esame di coscienza e smettete di prendervela con gli altri per i vostri errori.


VOTO 8/10

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